Writings by Dr. John C. Rao

L’Altra Faccia dell’America

(La Settimana, 16 September, 1984)

La Settimana: Qual è la sua personale esperienza di partecipazione al Meeting?

John Rao: Qui al Meeting ho visto una realtà che conosce cosa sia la vera mentalità cattolica, perché, secondo me, non si può avere cattolicesimo vero senza sapere che l’individuo ha bisogno della communione. Infatti quando si cerca di separare l’uno dall’altro si creano grossi problemi. E per me ciò è molto importante, perché è questa mentalità che manca negli Stati Uniti. Ed il compito per noi cattolici negli USA è proprio di fare e diffondere esperienze di communità, perché solo da qui nasce la vera liberazione.

La Settimana: Gli Stati Uniti sono ancora la terra promessa della libertà e della giustizia?

John Rao: Il mito americano del pluralismo e della libertà è una frode sottile e potente. Da noi il sogno di una terra di libertà e di giustizia si è presto mescolato in quello di costruire la terra della ricchezza. Anzi, ormai il sogno americano è ridotto a questo: realizzare se stessi come individui, possedere più degli altri per essere considerati qualcuno, difendere la democrazia non come un valore, ma come una forma che permetta ad ognuno di fare ciò che vuole, di fare I propri affari. Proprio per questo la famosa tollranza americana ha molti limiti, quella di cui godiamo è una libertà truffa. Una persona, infatti, negli Stati Uniti può fare quello che vuole, ma se non si adegua alla mentalità dominante viene di fatto emarginata. Come è avvenuto per esempio con Solgenitzin, dapprima accolto negli States come un profeta e oggi isolato dopo il suo famoso discorso del 1977 all’Università di Harvard, in cui criticò il materialismo della società americana. Un materialismo che ha fatto dell’America un’ideologia, quasi una religione dell’avere, che assomiglia terribilmente come ha giustamente sottolineato Solgenitzin, al materialismo dei Paesi dell’Est, dove domina la religione dell potere. Da noi, negli Stati Uniti, si pensa ormai che, perché vi sia tolleranza e democrazia occorra eliminare ogni verità, anzi, che la ricerca della verità impedisca la tolleranza. Bene, è proprio questa idea “progressista” di tolleranza che sta rendendo intollerante la società americana, dove si tende a rendere inutile il dialogo ed il confronto tra le varie forme di pensiero, dove sono permesse tutte le fedi, ma ciascuna confessione religiosa ha l’obbligo implicito di “togliere gli spigoli”, cioè tutto quello che contrasta con il c.d. modello americano di vita. Ma, in verità, non dovete prenderci come un modello per il resto del mondo, siamo un modello deformato, perché non abbiamo capito che la verità viene da Dio e non dal dollaro o dagli Stati Uniti.

La Settimana: Quale allora il ruolo della Chiesa cattolica nella societ`a nordamericana?

John Rao: L’immigrazione di millioni di cattolici neglli USA ha creato per la Chiesa cattolica americana un’enorme quantità di problemi. Essa si è mossa secondo due linee. La prima era di conseguire per gli emigranti tranquilità, prosperità ed accoglienza nel nuovo paese; l’altra era di proteggere la loro fede e la loro identità. La tendenza che fu per lungo vincente fu la prima, che, portata agli eccessi da parte di larghi settori di cattolicesimo statunitense, tentò una rapida “americanizzazione” dell’emigrante cattolico. La Chiesa era quasi diventata una importante base di sostegno del mito americano. Man mano che il cattolicesimo intuiva la falsità del “mito americano”, sopratutto dopa la crisi degli anni ’60, si rendeva nuovamente possibile trovare un ruolo per la Chiesa negli Stati Uniti, un ruolo di giudizio culturale nei confronti della società e non di condizionamento. In realtà, nel cattolicesimo americano, soprattutto in quello “progressista” è ancora forte la tentazione di eliminare gli aspetti scomodi della propria fede per renderla accettabile alla mentalità dominante.

La Settimana: Ma come è seguito negli Stati Uniti l’insegnamento di Giiovanni Paolo II?

John Rao: L’elezione del Papa fu accolta inizialmente come un fatto positivo, soprattutto dai settori progressisti, sensibili ad ogni forma di novità. Questi pensavano che con il nuovo Papa gli elementi tradizionali della dottrina cattolica sarebbero stati superati, in particolare quelli in tema di morale familiare, penso ad esempio alla Humanae Vitae. Non andò però come essi pensavano, e così, quando il Papa ha cominciato a parlare chiaro, ha perduto influenza nei settori che contano della società americana, grazie anche al contributo della grande stampa, in mano a persone non certo favorevoli alla Chiesa. Questi giornali, però, non attaccano direttamente la figura del Papa, ma cercano di sminuire il valore del suo insegnamento, affermando che quello che dice è frutto della sua origine polacca, oppure contrapponendo il Papa attuale con Paolo VI o Giovanni XXIII. E per fare questo si servono della “penna” di cattolici progressisti, quasi per dare più peso alle proprie accuse, un po’come avviene da voi in Italia. I gruppi o le persone, poi, che appoggiano il Magistero del Papa vengono dipinti come antiprogressisti e quindi contro i poveri. In ciò ritorna quanto dicevo prima circa I gravi limiti della tolleranza negli Stati Uniti. Lo Stato americano è democratico, le leggi difendono la libertà e propugnano il pluralismo, ma il vero potere negli USA non sta nello Stato o nelle leggi, ma nella società civile. Ed essa si rivela duramente intollerante verso chi non si adegua alle regole del gioco. Per fortuna qualcosa da noi si sta muovendo, soprattutto tra i cattolici, che stanno riprendendo, anche se lentamente, coscienza della propria identità.


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